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IL PAESE AZZURRO - Il centro storico di Casamassima
Cenni storici
Diverse sono le teorie, le storie e le leggende che negli anni sono state raccontate circa il perché le case di Casamassima siano diventate azzurre. La più affascinante, quella che noi amiamo raccontare maggiormente ai visitatori, racconta che nella metà del 1600 una barca di marinai appestati giunse al porto di Bari per poi dislocarsi su tutto il territorio, quindi anche a Casamassima. Il signorotto locale, l'allora feudatario Duca Odoardo Vaaz, fece un voto alla Madonna di Costantinopoli affinché proteggesse il borgo dall'epidemia. Ciò avvenne, la peste non si diffuse su Casamassima, e Vaaz ordinò di ridipingere l'abitato a calce viva aggiungendo il colore azzurro del manto della Madonna, alla quale dedicò anche un affresco seicentesco sotto l'arco di via Santa Chiara.
Sicuramente un tempo le case del borgo erano dipinte tutte di azzurro. Testimonianza di questo sono gli strati di calce azzurra presenti su buona parte degli edifici antichi (case abbandonate, case contadine e mura del Monastero di Santa Chiara). Recentemente, invece, i proprietari delle abitazioni hanno preferito ridipingere utilizzando l'intonaco e la pittura azzurra, diversamente dalla calce.
Fu il pittore milanese Vittorio Viviani, negli anni '60, a battezzare Casamassima "Il Paese Azzurro".
Questo appellativo è stato utilizzato dall'artista nelle sue opere dedicate al nostro paese.
Auditorium dell'Addolorata


Ubicato a ridosso della muraglia cittadina e confinante con l’Orfanotrofio ed il trappeto dell’altro palazzo, l'Auditorium in origine era una chiesa ed è stato costruito nell’aprile del 1800, quando furono demolite le vecchie abitazioni originarie (due modeste abitazioni ed una vecchia stalla) e furono avviati i lavori di costruzione della Chiesa intitolata a Maria SS.ma Addolorata con prospetto rivolto ad oriente nel piccolo spiazzo dell’allora detto Vico San Donato.
Il committente Don Domenico Console, che aveva in mente di ospitare in futuro delle suore di clausura che avrebbero sostituito le educatrici laiche delle orfanelle, desiderò che l’ingegnere facesse realizzare nell’edificio di culto in costruzione il matroneo dotato di grate claustrali.
All'interno di Palazzo Monacelle trova spazio la Biblioteca Comunale e la Fondazione Mons. Sante Montanaro che ringraziamo per averci fornito i testi della presente pagina
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